Ho aggiornato il contenuto della pagina il 3 Dicembre 2024
Non solo palme, spiagge coralline e mare turchese, viaggi di nozze e alberghi costosi. Le Seychelles, 115 isole e isolette a largo della costa africana, in mezzo all’Oceano Indiano sono un’esplorazione continua: per una natura primitiva e oltre l’ordinario; per la meravigliosa cucina creola che mescola Africa, India e Cina; per il suo popolo gioioso con un passato coloniale e un futuro sostenibile. Ci sono stata dal 12 al 19 novembre, sette notti e tre isole: prima Praslin, poi La Digue e infine Mahè. Ecco qui le mie tips di viaggio in ordine sparso ed emotivo. Ma soprattutto tutte le info per come organizzare il viaggio senza spendere un capitale.
LA DIGUE
Non ascoltate chi vi dirà che basta un’escursione giornaliera. La piccola La Digue (lunga 5 km e larga 3) è un incanto. Si raggiunge in 15 minuti di aliscafo da Praslin. Vera, semplice, fatta di ritmi lenti, si percorre in bicicletta. Mi sono fermata due notti, ma ne avrei fatte ancora un paio. Il piccolo villaggio, La Passe, è a ridosso del porto: un pugno di case coloniali, una bakery, qualche ristorantino, la banca, un mini market.
Il bello di La Digue è il contatto autentico con la popolazione locale che vedi pedalare con caschi di banane in spalla o pesce appena pescato, vendere frutta e noci di cocco.
A pranzo sedetevi da Avalunch: è una sorta di cucina per strada sotto grandi alberi, tavoli e sedie di plastica. Si consuma al tavolo o si porta a casa (pagando la metà). Ho mangiato il miglior “coco curry fish” di tutta la vacanza, zuppa di pesce fresco (il red snapper locale) in salsa di curry e latte di cocco. Al tramonto si va alla spiaggia di Anse Severe: una corona di palme e grandi alberi, sabbia fine e qualche chiosco capanna in spiaggia, amache e musica raggae. Il Bikini Bottom è il bar più frequentato.
Verso Sud, sempre sulla costa occidentale, la destinazione per eccellenza è Anse Source d’Argent: è la cartolina delle Seychelles con i grandi massi granitici, le palme e la sabbia fine. Sono i paesaggi che ci hanno consegnato la pubblicità dei solari Bilboa negli anni Novanta e Tom Hanks naufrago in Castaway. Anse Source d’Argent dista circa 15 minuti di bicicletta dal porto, fa parte del Parco dell’ Union Estate (con ticket di ingresso), che è memoria del passato coloniale dell’isola, con edifici storici, un piccolo poetico cimitero sul mare, piantagioni di cocco e vaniglia, tartarughe giganti. Lasciata la bici, si prosegue a piedi tra foresta lussureggiante, enormi massi levigati dal vento e dall’acqua e insenature da sogno. Anche qui ci sono piccole capanne bar che offrono cocco, frullati di frutta tropicale e rum. La gente del posto si mescola con i turisti. Vale la pena trascorrerci l’intera giornata, tramonto incluso.
Per una buona grigliata di pesce si va al Natural Bar & Grill con pavimento di sabbia, tavoli di legno, foglie di palma come riparo e barbecue a vista. Vale la pena anche raggiungere il punto più alto dell’isola (circa 300 metri di quota) per il tramonto e cenare al Belle Vue snack bar, ristorantino creolo con terrazza panoramica che include nel prezzo della cena anche il servizio transfer da e per l’albergo (600 rupie a persona). Per dormire le Domaine de l’Orangeraie merita, ma bisogna scegliere gli chalet nella foresta per un’immersione totale nella natura: legno e pietra ovunque, bagno e doccia open air, mini pool privata.
MAHÈ
È l’isola più grande, dove si arriva e da dove si riparte. Il paesaggio montuoso la distingue da tutte le altre. Merita un giro in auto per vederla tutta, la guida è a sinistra, le strade abbastanza tortuose, meglio prenotare un tour con conducente.
Una chicca è Le Jardin du Roi, non lo trovate sulle guide e nei tour organizzati. È una proprietà privata di circa 25 ettari in alto sulle colline di Anse Royale, a sud dell’isola. Si viene accolti dalla proprietaria, madame Michelle Georges, che racconta la storia del luogo e della sua famiglia. Le origini del Giardino risalgono alla colonizzazione francese, al 1779. Oggi è un esempio di collezionismo botanico con specie autoctone delle Seychelles, piante di vaniglia, l’albero della cannella, quello del pepe. E ancora l’albero del pane, la citronella, il mango, il guava, il caffè. La bella casa coloniale conserva arredi e atmosfere dell’epoca ed è una sorta di museo del giardino, con fotografie e documenti. Ci sono un piccolo emporio boutique per acquistare essenze, oli, stecche di vaniglia e altri souvenir e il bar bistrot di cucina creola con affaccio sulla valle e il mare in lontananza.
Victoria è la capitale, la più piccola del mondo. Dopo un secolo di dominazione francese, le Seychelles intitolano la capitale alla regina britannica. La principale attrazione è il Mercato Sir Selwyn Selwyn Clarke (attenzione la domenica è chiuso!) con banchi carichi di frutta, ortaggi, spezie e pesce fresco. È uno spaccato vivace di vita locale e meta perfetta per acquistare tè, bacche di vaniglia, l’olio di cocco, il curry, il pepe, la cannella e tante altre spezie. A Mahe si visita anche la distilleria del Takamaka, il Rum bandiera delle Seychelles: da comprare anche nei piccoli market locali o direttamente all’aeroporto dove c’è la Lounge del brand.
PRASLIN
È la seconda isola più grande dell’arcipelago (11 km di lunghezza e 4 km di larghezza) ed è l’isola del Coco de Mer, la palma simbolo delle Seychelles, tra le più rare e insolite al mondo. Gran parte della superficie è foresta tropicale protetta, habitat del pappagallo nero e di altre dozzine di specie di uccelli. Si arriva da Mahè via aereo con un aereoplanino a elica (volo di 15 minuti circa) o via mare con aliscafo (1 ora e 15 minuti). Nel cuore dell’isola si trova la Vallée de Mai, dal 1966 riserva naturale e dal 1983 Patrimonio UNESCO: 19 ettari di foresta di palme da cocco. Le spiagge più belle dell’isola sono Anse Georgette e Anse Lazio, io sono stata solo nella prima perché ho dormito al Constance Lemuria sulla costa nord occidentale immerso in 150 ettari di natura affacciato su Anse Kerlan e Petit Anse Kerlan e con accesso esclusivo ad Anse Geoergette.
CURIEUSE
È l’isola delle tartarughe giganti, disabitata e protetta. Si raggiunge da Praslin con escursioni giornaliere, circa 20 minuti di barca: l’approdo da preferire è la bella Anse St Josè dove si conservano le rovine dell’ex lebbrosario e la Casa del dottore, un edificio coloniale del 1870. L’isola dal 1829 al 1965 fu stazione di cura e isolamento per i lebbrosi. Da qui un sentiero di 1.7 km conduce verso Baie Laraire: si cammina nel folto di una vegetazione lussureggiante, lungo il percorso tratti di terra rossa e intorno alberi di Coco plum, palme, takamaka. L’ultimo tratto, in parte su una passerella di legno, attraversa una fitta distesa di mangrovie, di ben otto specie diverse. Occhio ai grandi granchi che fanno capolino dalla sabbia. L’arrivo alla baia è emozionante: palme, massi granitici che sembrano scolpiti e centinaia di tartarughe giganti che camminano libere. Alcuni esemplari hanno più di 150 anni, in una zona appartata c’è la nursery dove vengono sorvegliate le neonate fino a cinque anni di età. Geoli Charters include nel tour (dalle 9.30 alle 16.00) anche due soste di snorkeling (si nuota tra tartarughe e pesci colorati), la grigliata in spiaggia e il passaggio davanti alla piccola e meravigliosa isoletta di St Pierre con degustazione finale di Takamaka rum in barca.
COME ORGANIZZARE IL VIAGGIO
Organizzare un viaggio alle Seychelles è facile e con un po’ di anticipo vale la pena evitare proposte e pacchetti di tour operator dall’Italia visto le cifre spropositate, meglio utilizzare Booking per le prenotazioni alberghiere o rivolgersi direttamente alle agenzie locali (che è anche un approccio etico e sostenibile verso un paese). Ci sono hotel di tutte le categorie, piccoli lodge nel verde e anche Guest house dal fascino coloniale. Per sistemazioni lusso consultate Luca Ferrari in Italia.
Le Seychelles sono una destinazione tranquilla, senza bisogno di vaccinazioni, fuori dalle rotte cicloniche. L’agenzia locale che ho provato è Mason Travel, da 50 anni riferimento nell’arcipelago. In alternativa ho visto molto attiva anche Creole Travel Service. Entrambe si possono occupare di prenotazioni alberghiere, experience, transfer. Prima della partenza, è necessaria un’autorizzazione di viaggio che si ottiene registrandosi sulla piattaforma: Autorizzazione di viaggio.
Le carte di credito sono accettate ovunque. Le rupie possono essere utili al mercato. 100 rupie equivalgono a circa 7 euro.
Prevedete almeno 8 notti (potendo, anche di più per esplorare meglio Mahe e Praslin) e non vi fermate in una sola isola. Io ho fatto Mahè, Praslin e La Digue (dove bisogna trascorrere almeno due o tre notti) con una giornata in barca per visitare Curieuse e St Pierre. Ovunque leggerete che i mesi migliori sono aprile e maggio e ottobre e novembre, ma il cambiamento climatico ha rimescolato le carte anche qui. A novembre, contro qualunque previsione, ho trovato pioggia e mare mosso, ma anche sole, cieli azzurri e tramonti da sogno. Ho volato con Qatar Airways con scalo a Doha (l’aeroporto di Doha è da vedere almeno una volta nella vita, al centro c’è un giardino botanico e circa 200 ristoranti): scelta consigliatissima.
Infine, su Facebook ci sono diversi gruppi Seychelles di viaggiatori e locals che si scambiano utilissime informazioni e indirizzi. Dateci un occhio.
Il sito dell’ente del turismo locale è Visit Seychelles
Barbara Nastrino
Grazie.
Consigli preziosissimi
Ros
Ho avuto la sensazione di essere lì. Grazie
Dicembre, gennaio, e febbraio li consiglia come periodo?
Donatella Bernabò Silorata
Grazie per il suo commento, da dicembre a marzo in realtà è il periodo delle piogge. La popolazione locale mi ha detto che può piovere una settimana di fila o anche un paio di giorni e torna il sereno. Generalmente piove la notte. Io sono stata a novembre e Comunque ho trovato tre giorni di pioggia.