Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Ottobre 2024
C’è un piccolo gioiello nascosto a Napoli, conficcato tra i cardini e i decumani della città antica. È la chiesa di Santa Luciella ai Librai che i ragazzi di Respiriamo Arte hanno riaperto dopo oltre trent’anni di oblio nell’aprile del 2019.
Oggi all’ingresso della piccola chiesa è in bella mostra il riconoscimento del Traveller’s choice Tripadvisor 2023. Sono stati ostinati e visionari questi ragazzi, li conobbi nel 2017 e con loro scoprii un’altra meraviglia, la Chiesa dell’Arte della Seta dei Santi Filippo e Giacomo, che entrò a far parte del programma del decennale di Wine&Thecity. Negli anni li ho seguiti a distanza, ricordo il loro crowdfunding e i tanti successi meritati.
Ebbene, qualche giorno fa, sono tornata a Santa Luciella e ho ritrovato Massimo Faella e i ragazzi dell’associazione, oggi un po’ più adulti, che con grande passione portano avanti il loro sogno progetto che è quello di poter vivere di arte e cultura. Accolgono e guidano i visitatori con garbo e competenza.
Santa Luciella è uno scrigno di meraviglie. Si trova nel vicolo omonimo, tra via San Biagio dei Librai, la cosiddetta Spaccanapoli, e via San Gregorio Armeno, la via dei presepi. La chiesetta, fondata intorno al 1327 da Bartolomeo di Capua, si presenta oggi nella sua veste tardo barocca. Fu luogo di culto dei maestri pipernieri, gli artigiani che, lavorando la dura pietra di piperno con chiodi, scalpello e martello, affidavano la protezione degli occhi a Santa Lucia. Da qui il nome della chiesa, detta Luciella per distinguerla dalla Chiesa di Santa Lucia a Mare. Della corporazione dei pipernieri resta lo stemma sulla lunetta del portale di ingresso. La facciata, ristrutturata un anno fa, presenta il bel portale in piperno e un piccolo campanile a due campane. La navata è a piana rettangolare con un altare maggiore con tabernacolo e due altari laterali, di cui uno dedicato a Santa Lucia, pieno di ex voto. Bellissimo è il pavimento maiolicato del Settecento.
Ma la meraviglia è l’ipogeo. Vi si accede passando per la piccola sacrestia, due rampe di scale conducono alle antiche sepolture: ecco le terre sante, i tipici scolatoi e ancora i teschi, le capuzzelle come le chiamano i napoletani, oggetto di devozione popolare. Tra gli altri c’è il “teschio con le orecchie” che ha reso celebre questo sito. È un cranio, pare databile al Seicento, che presenta delle curiose protuberanze simili a delle orecchie. Il culto dei defunti, delle cosiddette anime pezzentelle, quei morti senza nomi, di povera gente senza degna sepoltura, tanto caro ai napoletani, è ben tangibile: ci sono collezioni di ex voto ovunque, sia di epoche passate che più recenti. E c’è ancora chi lascia messaggi e preghiere a queste capuzzelle, chi porta monete e doni in segno di grazia ricevuta. Una corrispondenza di amorosi sensi che da sempre il popolo napoletano intrattiene.
Per visitare Santa Luciella: Associazione Respiriamo Arte
Tutta la settimana dalle 10.15 alle 18.30
Tel. + 39 331 420 90 45
vico Santa Luciella ai Librai 5
Amann
Fine ottobre avrò il piacere accompagnare un gruppo per Napoli. Non vedo l’ora di conoscere anche Sants Luciella. Grazie per il bel articolo (e per tutti gli altri, che mi hanno fatto scoprire belle persone e bei luoghi), Peter Amann
Donatella Bernabò Silorata
Grazie Peter 🌸