Ho aggiornato il contenuto della pagina il 11 Ottobre 2024
All’estremo lembo nord orientale del Bosco di Capodimonte, la Real Fruttiera dei Borbone aveva orti e giardini di agrumi, frutteti, vivai di fiori e frutti esotici, fontane e le prime serre per coltivare ananas. Una vera e propria opera d’arte, un giardino di delizie che oggi rinasce con il progetto Delizie Reali.
Anni di studi e ricerche, sia in ambito storico che botanico, hanno guidato il recupero dei luoghi e del paesaggio: qui nel 1817 fu piantato l’albero del mandarino, il Citrus deliciosa, e qui fu costruita la prima “stufa” per il ricovero delle ananas. I lavori di restauro – curati dalle società Euphorbia e Minervae – hanno interessato l’intera area, circa 20mila metri quadrati, gli edifici settecenteschi, le mura perimetrali e l’immenso patrimonio vegetale.
Varcato il monumentale cancello si cammina tra viali alberati, profumi di zagara, orti rigogliosi e ampie e inaspettate vedute sul Vesuvio. I Borbone facevano le cose in grande.
Il Casamento Torre è l’edificio principale, una masseria turrita che il restauro ha riportato ai suoi colori originali: bianco e grigio bardiglio. In un angolo del cortile si trova l’antico forno a legna dove, si racconta, sia stato dato per la prima volta il nome di Margherita alla pizza condita con pomodoro e mozzarella in onore della Regina.
Il cosiddetto Giardino dei Fiori è lo spazio più scenografico dell’intera composizione: qui sono state ripristinate le architetture vegetali e l’ottocentesco boschetto di camelie, le fontane monumentali e le serre settecentesche utilizzate per il ricovero di frutti esotici e dove oggi si possono vedere già piccole ananas che crescono. L’Esedra con alberi di pero a spalliera accompagna alla Purpigniera: un giardino nel giardino dove, come al tempo dei Borbone, sono state ripristinate due semenzai-bulberie, un gelso, una spalliera di limoni, coltivazioni di fragole e asparagi, zucche e meloni di Valencia.
Il Giardino riapre con circa 600 piante tra alberi da frutto, ortaggi e fiori. Sono tante le antiche cultivar recuperate attraverso lo studio di documenti e archivi botanici. Il monumentale albero di canfora, tra i più maestosi del Bosco, è il guardiano silenzioso del sito: è qui da duecento anni, una scultura vegetale alta più di venti metri, un intrico di rami ritorti e chiome immense.
<<Se vi siete mai chiesti se esiste il Paradiso, ebbene è qui la risposta. Il Paradiso è alla fine del Bosco di Capodimonte>>. Ha proprio ragione il direttore Sylvain Bellenger che da anni lavora al recupero degli edifici borbonici presenti nel Bosco di Capodimonte, ben 17, tra scuderie, chiese, l’antico cellaio, la manifattura delle porcellane, la fagianeria ed altri edifici rurali.
Il Giardino Torre apre per ora al pubblico nella sua veste di Giardino storico produttivo: dagli orti e frutteti nascono le conserve, i succhi e le marmellate a marchio Delizie Reali che per ora si possono acquistare e degustare presso la Stufa dei Fiori, la Tisaneria e Bistrot nata dal recupero della serra ottocentesca che si trova di fronte al Museo, sempre all’interno del Bosco di Capodimonte.
Il progetto Delizie Reali è complesso e in itinere, ogni passo viene studiato nel rispetto dei luoghi e dell’immenso patrimonio storico e botanico. In autunno il Casamento Torre accoglierà una caffetteria e un piccolo bistrot, il forno ottocentesco tornerà in funzione. L’idea è quella di proporre una cucina semplice a metro zero, farm to fork, sostenibile. Ma soprattutto il Giardino sarà un luogo didattico, di incontri ed eventi culturali, un laboratorio vivo di progetti creativi su temi come la botanica, la sostenibilità, l’educazione alimentare.
Fabio Gatto
Sottolineo , posto da celare e non divulgare ! Il popolo napoletano non è adatto ad usufruire di tanta bellezza .