Ho aggiornato il contenuto della pagina il 1 Agosto 2021
Ci sono posti che bisognerebbe tenere segreti. Uno di questi è forse Koufonissi. Ci ho pensato a lungo prima di scrivere, ma non sarò la prima né l’ultima a farlo.
Ne avevo sentito parlare quando dieci anni fa circa capitai ad Amorgos, poi il tempo passa, la vita si complica, le cose cambiano. Si dice che tutto arriva per chi sa aspettare. E così è stato. Koufonissi è stato un regalo bello, tanto atteso quanto inaspettato. Perché è la Grecia che piace a me, ancora vera, antica, semplice e ruvida quanto basta.
Fino agli anni Sessanta è restata isolata, terra di pastori e pescatori. La nave passava ogni 8 giorni. Il telefono è arrivato solo nel 1964, vent’anni dopo l’elettricità. Ed anche il porto è stato costruito solo nel 1984.
L’arcipelago è quello delle Piccole Cicladi e Koufonisia, per dirla in greco, è composta in realtà da due isole: Ano Koufonissi (per tutti Koufonissi e basta), l’isola principale, e Kato Koufonissi, l’isola di fronte, disabitata e selvaggia.
Koufonissi è più piccola di quel che sembra. Perchè è un’isola di spazi immensi e lasciati vuoti. Non c’è una Chora arroccata come a Folegandros, Serifos, Amorgos; l’isola è per lo più pianeggiante e si cammina a piedi o in bicicletta. C’è un bus locale, le strade asfaltate sono due o tre al massimo. Poi sentieri e mulattiere. Non si noleggiano motorini, né auto. In verità a poco servirebbero visto che tutto è concentrato nell’unico paesino che c’è. Ed è decisamente meglio prenotare una camera in uno dei piccoli alberghi o uno studios in centro.
Il centro, la Hora, di Koufonissi è un piccolo villaggio di case, muri bianchi, vasi di basilico e gerani, taverne con i tavoli e le sedie di legno, una sola chiesa e una scuola, una farmacia e due super market. Di sera però si anima, taverne e bar si riempiono, la gente del posto si mischia con i turisti. I bambini fanno le bancarelle sui muretti: sassi dipinti e conchiglie. Souvenir fai da te.
Il mare è spartano, di una bellezza ancestrale, come solo l’Egeo sa essere. Non ci sono lidi, lettini ed ombrelloni. L’ombra si conquista costruendo capanne o arrivando presto per presidiare alberi di tamerici o anfratti naturali. Alle spiagge si arriva a piedi o in bicicletta, ma anche più comodamente con i barconi di legno, i caicchi locali, che partono dal porto ogni mezz’ora: con 5 euro ci si può spostare tutto il giorno di baia in baia.
Oltre alle spiagge di Koufonissi ci sono quelle di Kato Koufonissi, l’isoletta di fronte, brulla e disabitata, che si raggiunge in 5 minuti con il barcone.
Le spiagge di Koufonissi. Non le ho contate, ma tra grandi baie e piccole insenature nascoste, saranno almeno una decina. Pori, Fanos, Finikas, Platia Pounta (o Italida) e la spiaggia accanto al porto, Ammos, sono quelle che troverete sulla mappa. La prima volta andateci col barcone per comodità, ma almeno una volta percorrete a piedi il sentiero che dalla spiaggia del porto corre lungo tutto il versante nord-orientale fino all’ultima spiaggia, la baia di Pori. Scarpe comode, cappello e borraccia e si va. Sentieri petrosi e sabbia, gigli e cespugli rasi dal vento, grotte, rocce ispide. A piedi si scoprono scorci e luoghi unici come la piscina naturale tra le rocce dove ho fatto uno dei bagni più belli della mia vita.
La baia di Pori è quella più a Nord, l’ultima spiaggia, con sabbia fine, ampia e selvaggia, ma se soffia il Meltemi – come ho trovato io – è ben poco praticabile. Ci sono due taverne che valgono la sosta, entrambe molto belle. Più riparate e accessibili sono le spiagge di Fanos e Finikas, ma sono anche le più frequentate, specie dalle famiglie con bambini.
Sulla costa sud-occidentale, ho trovato la mia piccola spiaggia, abbastanza nascosta e quasi sempre deserta, con il sole fino al tramonto. Questo versante riserva scorci da cartolina: un vecchio mulino, la chiesetta di San Nicola col cimitero e una taverna sul mare. Si cammina fino al vecchio porto, dove ci sono le barche dei pescatori e la taverna Aneplora.
Il mare di Kato Koufonissi è il paradiso terreste. Vi si arriva con i barconi di legno che fanno la spola dal porto di Koufonissi in pochi minuti: la prima fermata è Panaghia, la seconda è Nero beach. L’isola è disabitata, ruvida, selvaggia. Si dice che d’inverno ci viva solo un pastore, col suo mulo e le sue capre. D’estate apre la Taverna Venetsanos e viaggiatori unplugged e nuovi hippy montano gli accampamenti per la stagione.
Il vecchio insediamento dell’isola è stato abbandonato nel 1960, restano i muri a secco e poche case che oggi sono magazzini di pescatori o pastori. La chiesa bianca e blu di Panaghia diventa protagonista il 15 agosto con la processione dei caicchi.
La taverna Venetsanos dal 1992 è la Grecia che resiste ai tempi che corrono e stravolgono tutto. Non è sulla spiaggia, ma lungo il sentiero che dall’approdo di Panaghia si inoltra nell’isola. Solo insegne in greco. I tavoli in legno e le sedie occupano gran parte del sentiero. Tamerici, file di lampadine colorate per la sera, muri a secco imbiancati, tanto blu, bandiere consumate dal Meltemi e le icone di Che Guevara all’interno. È un luogo di resistenza. Rifugio di anarchici, di cuori avidi di vita, di nuovi hippy e romantici. Si ordina dentro, una vetrina espone la cucina del giorno. L’insalata greca è fatta con le erbe locali, i capperi, le olive e il formaggio di capra del pastore che abita di fronte. È la più buona di tutte le Cicladi.
A cinque minuti dalla taverna, seguendo il sentiero sulla sinistra, un cancello di legno sgangherato porta a Lachi beach. Un sogno. Una piccola conca dalle acque trasparenti, rocce gialle, ciottoli levigati. Andando oltre in 15 minuti di cammino si arriva alla baia di Detis, più grande. Nero è l’ultima spiaggia dell’isola, seconda tappa del barcone. Una mezzaluna di ciottoli con al centro un’oasi verde di palme e tamerici arse dalla salsedine e dal vento dove si rifugiano hippy e nudisti.
Sono stata troppo poco tempo, solo 5 giorni, e tra l’altro con vento forte da Nord e mare mosso. L’isola riserva tanti sentieri per chi ama camminare e perdersi. E ci sono taverne dove non ho avuto tempo di provare. Meglio così, ho un buon motivo per tornarci, magari in primavera per vederla fiorita.
Qui qualche tips, la mia lista (in ordine sparso e del tutto casuale)
1) Il tramonto più bello è in cima allo sperone di roccia di Loutrò dove c’è la chiesetta di San Nicola con il piccolo cimitero rivolto verso il mare. Per arrivarci si passa davanti ad un vecchio mulino del 1830 (ce ne sono due su tutta l’isola) e al cantiere Karnaghio dove gli isolani riparano i propri pescherecci.
2) Venetsanos, la taverna dei fratelli Venetsani a Kato Koufonissi. Una poesia. Da sola merita il viaggio. È un luogo che invita alla lentezza, a socializzare con i ragazzi che fanno free camping. Si mangia, si beve, si gioca a scacchi. C’è chi suona la chitarra, chi legge. L’insalata greca è la più buona che abbia mai mangiato.
3) Il posto giusto per vedere sorgere la luna piena, per bere un drink e ascoltare buona musica è il bar Mylos a 5 minuti di camminata dal porto: è ricavato dal recupero di un antico mulino che oggi accoglie una boutique di oggetti e accessori di designer a artigiani greci.
4) Sorokos Caffè per la prima colazione, un centrifugato di frutta fresca o un aperitivo. È a pochi passi dalla spiaggia del porto, sul primo tratto di strada asfaltata che porta alle spiagge della costa nord orientale. Sedie e chaise longue di legno sono sul mare, c’è anche una micro spiaggetta per tuffarsi. Di sera Dj alla consolle e cocktail bar. L’atmosfera e la posizione sono speciali.
5) L’occhio del diavolo, la piscina naturale tra le rocce, lungo il sentiero che porta a Pori. Il tuffo è d’obbligo, con foto dall’alto.
6) La Galleria Spigolo alla fine del paese, andando verso ovest. Main street, 47 è l’indirizzo. È lo spazio creativo di due italiani, Francesca Consolati e Stefano Ragaglia. Oggetti belli, libri sull’isola, pezzi di design o comunque di ricerca: carte, gioielli, t-shirt, foto, ceramiche.
7) Il souvlaki e il gyro pita di ‘Strofi’, autentico street food nel centro del paese. Qualità incredibile e prezzi molto greci. Dopo le 19 la fila si fa vedere.
Danilo Masciangelo
Cara Donatella, mi hai fatto rivivere un sogno bellissimo. Sono stato a Koufonissi due volte: nel 1985 e nell’ 86. Il tuo reportage e’ STRAPPACORE!! Non ti sei imbattuta nella taverna MELISSA di Mauro e Stamati? Ciao, scriverò ancora.
Donatella Bernabò Silorata
Ciao, scusami se rispondo con ritardo. La taverna Melissa non l’ho conosciuta, ma forse non c’è più.
Danilo Masciangelo
Cara Donatella, mi hai fatto rivivere un sogno bellissimo. Sono stato a Koufonissi due volte: nel 1985 e nell’ 86. Il tuo reportage e’ STRAPPACORE!! Non ti sei imbattuta nella taverna MELISSA di Mavros e Stamati? Ciao, scriverò ancora.
Danilo Masciangelo
…HO TRSCORSO SULL’ ISOLA 15gg LA PRIMA VOLTA NEL 1985 E UN MESE NELL’86. UNA FAVOLA. MA LA TAVERNA ” MELISSA” ( SUL BREVE CORSO PRINCIPALE AL QUALE SI ACCEDE DOPO LO SBARCO ) DI MAVROS ( CHE SICURAMENTE CI AVRA’ LASCIATO ) E IL FIGLIO STAMATIS PROPRIO NON C’E’ PIU’ ?? RICORDO LE NOTTATE PASSATE SUL PATIO A SCOLARCI IL VINO DI SANTORINI MESSOCI A DISPOSIZIONE DA STAMMATIS; MA ERAVAMO 5/6 PERSONE.E DI PANAYOTIS PROCACCIATORE DI POLPI…SCUSAMI….RICORDI INDELEBILI. DEL RESTO AVEVO 35 ANNI
Andrea
Ciao, qualcuno sa se si trovano ancora accomodation all’ultimo minuto arrivando con il ferry e chiedendo in giro? O bisogna per forza prenotare? Grazie!