Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Ottobre 2024
Mi sono imbattuta in una delle loro Superwomen a Roma, tra le strade del Ghetto qualche sera fa. Non una qualsiasi, ma Frida.
Per la poster art ho un debole, ma il soggetto mi ha letteralmente inchiodato. Frida Kahlo è icona potente di vita, di rabbia e di amore, di coraggiosa resistenza (da leggere tutto di un fiato è ¡Viva la vida! di Pino Cacucci per Feltrinelli, 70 pagine in forma di monologo). Una donna con i superpoteri per dirla con le Lediesis, le street artist che dal 2019 hanno invaso le città con immagini di donne celebri con la leggendaria S di Superman.
Le ho intervistate via web per saperne di più.
Chi c’è dietro la firma #Lediesis?
Siamo due amiche con background diversi. Una ha fatto studi d’arte accademici, l’altra proviene dal mondo della comunicazione ma si è sempre occupata d’arte. La nostra forza sta esattamente nel congiungere questi due mondi, apparentemente distinti, per creare insieme qualcosa di unico.
E non rivelate nome ed età, giusto?
L’anonimato non solo è una necessità, ma è soprattutto un valore. Non è importante chi siamo, quello che conta è il messaggio che vogliamo trasmettere con le nostre opere. Non siamo attrici o frontgirls di una band, siamo artiste e quello che esprimiamo è nell’opera. Restare nell’ombra è una forma di protezione della nostra privacy, ma è anche un mezzo per dare risalto a quello si fa. Siamo circondati da smanie di protagonismo, lo vediamo ovunque, a noi non interessa mostrare chi siamo, per quello che realizziamo è irrilevante. Ci piace pensare che il nostro superpotere sia proprio l’invisibilità, perché ci rende molto più libere.
Quando nascono le vostre Superwomen?
L’idea delle Superwomen è nata per scherzo a gennaio del 2019 durante una visita ad Arte Fiera a Bologna. Avevamo entrambe voglia di creare qualcosa che ponesse al centro dell’attenzione le donne, è stato tutto molto naturale ed istintivo. Abbiamo fatto la prima incursione nella nostra Firenze, in occasione dell’8 marzo attaccando 8 icone femminili in altrettante finestre cieche del centro storico come un omaggio alle donne e come un momento di riflessione per tutti.
Avete dunque iniziato a Firenze. E dopo?
Il successo che abbiamo avuto a Firenze e che non ci aspettavamo ci ha incoraggiato a fare un’incursione a Roma. Abbiamo disseminato il Ghetto e Trastevere delle nostre Superwomen. Poi sono venute Bologna, Venezia, Bari, L’Aquila, Livorno, Napoli dove abbiamo esposto al museo MANN. Attacchiamo i nostri lavori sulle finestre cieche perché fanno da cornice naturale alle nostre donne che sembrano affacciarsi per interagire con i passanti strizzando l’occhio con complicità.
Come scegliete i soggetti e quale messaggio portano?
Le nostre Superwomen sono donne libere, che in qualche modo hanno lasciato il segno, che sono o sono state esempio di vita. Abbiamo dipinto Anna Magnani, Lina Wertmuller, Sora Lella, Frida, Eva Kant, Giovanna Botteri, Marina Abramovich, Morticia, Barbie, Lara Croft, Alda Merini. Tutte strizzano l’occhio a chi guarda in un segno complice come per dire “anche tu sei Super, scopri qual è il tuo Superpotere!”
Sullo stesso tema, la paste up o poster art, leggi anche Blub l’arte sa nuotare (clicca qui) e l’intervista a FLASE, clicca qui
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