Ho aggiornato il contenuto della pagina il 11 Ottobre 2024

Questa è una storia di rivalsa e di bellezza ritrovata. È la storia di una famiglia e della sua ostinazione. Una storia che inizia così: C’era una volta il Fuenti, l’ecomostro della Costa d’Amalfi.  

Quella del Fuenti è una storia tutta italiana che meriterebbe un docu-film per raccontare trent’anni e più di battaglie legali, di incongruenze e magagne politiche, di sequestri, condanne, ricorsi, assoluzioni sino alla demolizione finale nel 1999.

Il passato è noto. Cinquant’anni fa, nel 1971, veniva ultimato l’Amalfitana Hotel nella baia del Fuenti, tra Vietri sul Mare e Cetara: 34mila metri cubi di cemento, un fronte di 150 metri, sette piani. Allora si costruiva così.

Dieci anni prima, l’ingegnere Orfeo Mazzitelli, proprietario dell’area, aveva ottenuto regolare licenza edilizia su quel terreno franoso e brullo che appariva già deturpato dalla presenza della cava di pietra utilizzata per la costruzione del porto di Salerno.

L’albergo ebbe vita breve. Nel 1981 iniziò infatti il contenzioso legale. In prima linea gli Ambientalisti di Legambiente.

Fu allora che la parola “ecomostro”, entrò nel dizionario italiano.

Di anni e vicende ne sono passati. Oggi dove c’era il famigerato mostro in cemento, ci sono terrazzamenti verdi che degradano sino al mare in un saliscendi di percorsi, pergolati, scale e rampe: una vigna di Fiano, giardini di limone, orti ed erbe aromatiche, prati e agapanti in fiore. La falesia ha ritrovato il suo paesaggio naturale.

 

I Giardini del Fuenti è un’oasi di bellezza che ha il sapore della rivincita ed è il riscatto di un’intera famiglia, oggi alla sua terza generazione.

<La storia del Fuenti si intreccia con quella della mia famiglia, di mio nonno Orfeo Mazzitelli e mia madre Maria Teresa che ha riportato questi luoghi alla loro originaria bellezza. Conserviamo la memoria del luogo, non rinneghiamo la storia, ma abbiamo davanti un orizzonte aperto>, racconta con orgoglio Alessandra de Flammineis, laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano e specializzazione in Five Stars Hotel Management alla Luiss Business School. Con il fratello Pier Luigi è socia della Third Generation Group ed è alla guida dei Giardini del Fuenti.

Una foto in bianco e nero dell’Amalfitana Hotel è in bella mostra, in cornice, sul banco del ricevimento della nuova struttura. <Mia madre ha fortemente voluto questa foto>, aggiunge Alessandra.

La storia non si cancella. Ma si guarda avanti.

I Giardini del Fuenti sono stati aperti nel 2019 come Beach club con spiaggia privata e ristorante sul mare, poi il fermo della pandemia ha rallentato tutto. E’ un progetto ambizioso e in itinere che fa della sostenibilità ambientale la propria bandiera. Gli spazi sono immensi: nella parte alta la Terrazza delle Rose e l’arena sono il set perfetto per spettacoli, incontri teatrali, concerti al tramonto, eventi. Mare, silenzio e  volo di gabbiani. Tutto integrato nel paesaggio naturale.

A giugno è stato inaugurato il Limoneto, il ristorante fine dining, aperto solo di sera, sotto le pergole di limoni con vista spalancata sul golfo di Salerno. Di giorno invece si mangia ai tavoli del Riva del Fuenti, il ristorante in spiaggia.

In cucina, a capo di una brigata di nove ragazzi, c’è lo chef Michele De Blasio, originario di Sarno, poco più di trent’anni ed esperienze importanti con Alfonso Iaccarino, i fratelli Pourcel, Alain Ducasse, Pierre Gagnaire, Arzak, Rasmus Kofoed.  Porta in tavola bei piatti creativi, di sostanza e non pura estetica. Coltiva le sue erbe, sperimenta in cucina, gioca con i contrasti.

Oggi il ritorno a Fuenti è un ritorno felice. Un viaggio nella storia passata e recente di questa baia che fu approdo della Badia di Cava, vero e proprio porto per i monaci benedettini, come ancora racconta una porzione di molo sommersa. Ed è una rivincita anche per questo tratto di costa che, troppo a lungo, è stato considerato una sorta di Cenerentola rispetto alle più blasonate Positano, Conca dei Marini ed Amalfi.