Ho aggiornato il contenuto della pagina il 24 Gennaio 2022

Da Agerola a Santa Maria dei Monti, lungo l’Alta Via dei Monti Lattari.

È un’escursione lunga, impegnativa nel primo tratto per il dislivello, ma con una bella varietà di paesaggi: si cammina per circa sei ore, tra andata e ritorno, tra boschi di castagno e ontani, radure erbose e panorami.

Il percorso è di 15 km e parte da Gemini, piccola frazione di Agerola che si trova all’altezza del tunnel sulla strada tra Gragnano e Agerola.

Si lascia l’auto nei pressi del Bar del Traforo, il sentiero inizia proprio su via Traforo a circa 30 metri dal bar (c’è una buona segnaletica che indica le diverse direzioni). Il primo tratto è una ripida stradina asfaltata, poi cominciano i gradoni di un’antica mulattiera in pietra che si arrampica fino ad arrivare in cresta, circa 300 metri di dislivello. Siamo a questo punto sul tracciato 300 del CAI, la mitica Alta Via dei Monti Lattari, il percorso che di cresta in cresta attraversa l’intera Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina (dal Corpo di Cava a Punta Campanella) ed è completamente tracciato dal Club Alpino Italiano, nelle sue varianti e bretelle.

Si prosegue verso destra, in piano, per poco meno di 1 km, fino ad un bivio dove troverete l’indicazione “Rifugio Santa Maria dei Monti” sulla destra. La strada continua in salita, entra in un castagneto e in alcuni tratti è asfaltata. Sulla destra si aprono ampie vedute sul monte Faito, il Molare e la piana di Castellammare e il cono del Vesuvio.

La strada conduce dritta ad un piccolo slargo e ad un bivio, un segnale indica “Ammarrata”, è il nome della località. Siamo a quota 1039m e il segnale ricorda che da qui passa anche il tracciato del Sentiero Italia. Proseguiamo sulla sinistra ed entriamo nella Riserva della Valle delle Ferriere che è ben delimitata anche con una recinzione. Un cartello avvisa che stiamo entrando in un’area protetta, “riserva naturale orientata”.

Il sentiero prosegue nel folto della vegetazione e sul fianco del Monte Cervigliano, si tiene la destra seguendo il percorso che attraversa il Piano del Ceraso, fino a giungere all’altopiano di Santa Maria dei Monti (1040 mt): si aprono davanti ampi pascoli verdi, un abbeveratoio in pietra e il rifugio Santa Maria dei Monti, già citato nei racconti di viaggio di metà ‘800, ed oggi ben attrezzato sia per la sosta notturna (con 13 posti letto) che per un picnic e barbecue sulla terrazza (si noleggiano punto brace e tavoli).

Dal rifugio, in pochi passi si raggiunge il punto più bello, una balconata naturale che domina un tratto della Costa d’Amalfi e un panorama immenso: Scala e Ravello sono ai nostri piedi, poco più avanti si vede la spiaggia di Minori. La cresta montana che si staglia davanti è impressionante e corre da Capodorso a Sant’Angelo di Cava. Sullo sfondo si leggono i monti Alburni e i Picentini e sulla destra ecco in lontananza il profilo di Punta Licosa.

Ci sono un altare in pietra, una statua della Madonna e una campana che i pellegrini fanno suonare. Pare che qui venisse a meditare S. Alfonso de’ Liguori. È un luogo di sacra bellezza e se avete la fortuna di capitarci in una giornata tersa, di quelle che solo i venti da nord regalano, la vista vi inchioderà al suolo. C’è un tavolo con panche di legno sotto un albero che invita alla sosta. L’alba da qui deve essere un incanto.

Il ritorno è sulla stessa strada, ma con una variante che sale intorno al Monte Cervigliano. Dal rifugio di Santa Maria dei Monti parte la scalinata che conduce all’abitato di Scala e a Ravello, un altro tracciato antico che ci ricorda che in passato ci si muoveva così tra queste montagne, a piede lento e corto.

(Escursione fatta il 15 gennaio 2022 con la guida Roberto Iovinelli)

Info: 

Difficoltà media. Lunghezza 15,5 km; dislivello totale 500 mt. Tempo di percorrenza 6 ore incluse le soste.

Possibilità di neve in inverno.

Segnale telefonico (Vodaphone) assente per gran parte del percorso.

Rifugio Santa Maria dei Monti

Tel. 39 3518960474

Ho percorso l’Alta via dei Monti Lattari anche per il tratto dal Corpo di Cava a Cappella Vecchia: leggi qui