Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Ottobre 2024

Casco in testa e torcia in pugno, scarpe resistenti e antiscivolo e qualcosa per coprirsi. Si scende sotto terra, a oltre venti metri di profondità, alla scoperta del Teatro Antico di Ercolano. Un’esperienza incredibile, da autentici esploratori. Un viaggio nel tempo e nello spazio, giù nelle viscere della città.


Il Teatro dell’antica Ercolano non lo troverete tra le strade e le domus del parco archeologico, è ancora sepolto, inglobato nel banco di tufo creatosi con l’eruzione del 79 d.C. Vi si arriva percorrendo scale e cunicoli scavati in epoca borbonica, una trama sotterranea di gallerie e rampe, che conducono sino ad una profondità di quasi 25 metri.

La scoperta fu casuale: nel 1710 un contadino intento a scavare un pozzo per irrigare i propri terreni, si imbattè in lastre di marmo che a fatica portò alla luce e vendette ad un mercante di Napoli. Il principe d’Elboeuf, che allora stava facendo costruire la propria villa al Granatello di Portici, venne a conoscenza di questi ritrovamenti, acquistò il terreno del contadino e il pozzo e iniziò lo scavo per esplorare quel sottosuolo misterioso e poter recuperare manufatti preziosi per abbellire la propria villa. Furono allora recuperati marmi, frammenti architettonici e otto statue.

Quei primi ritrovamenti segnano di fatto l’inizio degli scavi dell’antica Ercolano. Il pericolo di crollo tuttavia impedì scavi ulteriori lasciando il Teatro intrappolato sotto terra.

I percorsi consentono di vedere oggi solo alcune parti dell’edificio sotterrato, si scende piano, attenti a non scivolare (la pavimentazione è bagnata in più punti ed è scivolosa a causa della presenza di sedimentazioni calcaree e di acqua), tra pareti pregne di umidità, fino al piano dell’orchestra pavimentata in marmo bianco. Con le torce, guidati dagli archeologi, si scorgono frammenti di pitture, nicchie e graffiti, scritte sui muri lasciate dai viaggiatori del Grand tour con tanto di nomi e date. Si leggono altresì i segni di un passato più recente quando il teatro, durante la seconda guerra mondiale, fu usato come rifugio antiaereo.


Lo spazio del palcoscenico è in gran parte occupato da due grandi piloni realizzati nel corso del Settecento per motivi statici dall’architetto ed archeologo Francesco La Vega. Il fronte scena era decorato da nicchie e colonne colorate, presenta la porta regia al centro, le due porte hospitales ai lati per l’ingresso in scena degli attori. Nella quattro nicchie laterali originariamente erano collocate le statue recuperate dal principe d’Elboeuf, ora conservate nel museo di Dresda.
Le planimetrie e un plastico, realizzato nel 1808 e posto all’ingresso del sito, ricostruiscono con esattezza il Teatro di età augustea nella sua forma originaria: la cavea a ferro di cavallo, due ordini di archi a tutto sesto e una capienza di 2500 spettatori.

Dal 5 settembre partono le visite sperimentali che proseguono fino a 25 novembre. Solo su prenotazione nei giorni di martedì, giovedì e sabato, con sei turni giornalieri per max 10 persone (solo maggiorenni): 9:30 – 10:30 – 11:30 (turno in lingua inglese) – 14:30 – 15:30 – 16:30 (turno in lingua inglese).

Qui tutte le indicazioni per prenotare e per come accedere in sicurezza.

https://www.beniculturali.it/luogo/parco-archeologico-di-ercolano-teatro-romano