Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Ottobre 2024

Il Signum sull’isola di Salina è un piccolo albergo pregno di storie e di vita. Un albergo di fascino, irripetibile altrove. Tipicamente eoliano. Identitario.

È la storia di una famiglia, quella di Clara Rametta e Michele Caruso e dei loro figli Luca e Martina, che inizia nel 1988, da un’antica casa eoliana nel territorio di Malfa, sul versante nord orientale dell’isola.

In principio le camere erano sedici, oggi sono 30, sparse tra i diversi volumi, case rurali e magazzini agricoli, acquisiti nel tempo. Oggi appare come un piccolo albergo diffuso e conserva la tipica architettura eoliana fatta di bisola e pulere, tralicci di canne e terrazze che guardano il mare con Panarea e Stromboli all’orizzonte. All’alba è uno spettacolo.

Un ettaro di superficie, tra terrazze panoramiche, muretti a secco, la piscina e i giardini con Ibiscus e bouganvillae, il gelsomino odoroso, i fichi d’india e una palma solitaria.

Il mare è a pochi passi, a piedi si raggiunge in meno di dieci minuti la piccola spiaggia dello Scario.

Bisogna viverlo, il Signum, per coglierne l’anima. E i tanti dettagli che lo rendono così unico e speciale. Sono oggetti di famiglia, ex voto, vetri dipinti, stampe d’epoca, vasi e lampade dei primi del Novecento, vecchi pavimenti, credenze e letti in ferro battuto, una collezione smisurata di libri. Oggetti vissuti, retaggio di un passato che non è così lontano. E poi ci sono quegli intonaci slavati, di un colore pastello, bellissimi nella loro imperfezione.

Le camere hanno i nomi dei fiori (ho dormito nella camera Achillea), sono sparse tra i diversi volumi che compongono l’albergo: nella vecchia casa padronale, in giardino, nella corte della piscina, rivolte verso il mare. Alcune con patio eoliano, altre con balconcino, tutte diverse, con arredi siciliani, letti in ferro battuto, una vecchia vasca da bagno in metallo, antiche riggiole per pavimenti, sempre bei libri da sfogliare. 

La biblioteca che si apre sul giardino merita una sbirciatina, per i libri, gli arredi, i giochi da tavolo. Nel giardino si svela la Spa, immersa nel verde, a cielo aperto: tre vasche geotermiche a diverse temperature, docce, un hammam, il percorso kneipp nell’agrumeto e il lettino del sale. Grandi letti in ferro battuto del secolo scorso, con testate dipinte, sono stati recuperati e utilizzati per l’area relax. Un’oasi di silenzio e benessere, raccolta, intima, appartata, per rigenerare corpo e mente. 

Il ristorante è esperienza a sè ed è aperto anche a chi non risiede in hotel. È il regno di Martina Caruso (classe 1989), giovane chef e stella Michelin, che ha preso il testimone del padre Michele. La sua cucina profuma prepotentemente di mare e di Sicilia: ci sono la menta e il finocchietto selvatico, i fichi d’India, le mandorle e i capperi che Martina utilizza per mantecare il burro e per creare un meraviglioso gelato. E naturalmente il pesce, tra frollature, brodi, fondi ed estratti. Una cucina materica e ancestrale, che lascia il segno. Da abbinare con i vini di Eolia, il progetto vitivinicolo di Luca e della sua compagna Natascia: insieme hanno recuperato 5 ettari sparsi tra le contrade di Malfa e Valdichiesa, coltivati per lo più a Malvasia. Chiedete di portarvi in vigna, magari a fine estate o nei primi giorni di autunno quando sull’isola si sta d’incanto. Il Signum chiude il 3 novembre.


Sono stata al Signum hotel il 29 e 30 agosto 2024.