Ho aggiornato il contenuto della pagina il 1 Maggio 2024
L’Excelsior Belvedere a Ischia è la bella tradizione dell’accoglienza italiana. Quella più autentica, che non cede alle lusinghe delle mode. Una villa bianca immersa in un bosco giardino lussureggiante, che regala concerti a più voci di passeri e fringuelli, upupe e pettirosso. Si sta all’ombra di pini maestosi, a bordo piscina o sulla grande terrazza, sulle amache nascoste tra i prati e i viali del parco. Palmizi e banani si mescolano a essenze mediterranee. Profumi di resina e gelsomini.
Il mare è davanti, si attraversa la strada e c’è la spiaggia privata con un piccolo bar e una manciata di tavoli di legno imbiancati, con le seggiole impagliate, sotto un’incannucciata. Si mangia guardando Procida e Vivara, che è cosi vicina che sembra di poterla toccare. Spaghetto ai tre pomodori e un calice di Biancolella d’Ischia. Gli ombrelloni e i lettini blu, il pattino rosso, una fila di cabine che rievocano i lidi di una volta e le estati italiane degli anni Sessanta.
Tutto rimanda alla dolce vita ischitana di quel tempo. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, la storica villa appartenuta al nobile scozzese Lord James Nimmo fu trasformata in albergo. Erano gli anni in cui arrivavano sull’isola Richard Burton e Liz Taylor, Vittorio de Sica e con lui Peter Sellers e Brit Ekland. Erano gli anni delle Vacanze ad ischia. Oggi sono i fratelli Alessandro, Emanuele ed Elena Leonessa a gestire l’Excelsior Belvedere proseguendo l’attività di famiglia iniziata con il padre Giovanni. L’albergo conserva il fascino della casa mediterranea di una volta: i saloni con i divani di bella tappezzeria, la collezione d’arte contemporanea alle pareti – con opere di Renato Barisani, Gianni Pisani, Raffaele Iacono tra gli altri – le maioliche dipinte ai pavimenti, le sedie vintage in ferro battuto sulla terrazza, la bella biancheria da letto e da bagno. E poi la cucina isolana di Libera Iovene, cuoca di lungo corso, prima stella Michelin dell’isola. Su di lei si potrebbe scrivere tanto. I suoi piatti sono la sintesi di una vita fatta di ricerca, conoscenza, cultura del territorio e semplicità: ravioli fatti in casa, ortaggi di stagione (provenienti anche dall’orto coltivato nel parco), pescato fresco del golfo.
Mediterranee, classiche, inondate di luce sono le camere e le suite. La 315 – dove ho dormito – ha una posizione speciale perché ad angolo, quindi con un ampio balcone affacciato sul parco e il mare (con tavolino per godersi una prima colazione in camera con vista) e una finestra che incornicia il Castello aragonese. Letto king size e vasca da bagno di design con una finestra che sembra un quadro. La prima colazione è a buffet, abbondante, dolce e salata, con tante torte, ma soprattutto con il leggendario cornetto ischitano.
Il borgo di Ischia Ponte è a pochi passi ed è uno degli angoli più belli dell’isola. Ma la pace del parco, le terme e i trattamenti della Spa, le piscine nel verde, il mare davanti sono una calamita potente. Ci si lascia prendere dalla pigrizia, dalla lentezza e dalla bellezza del posto. Quest’anno c’è anche una nuova piscina a sfioro, dal fondo scuro e in posizione panoramica che va ad aggiungersi alla grande piscina riscaldata (28 gradi). Appartata, quasi nascosta tra gli alberi ad alto fusto, c’è una piccola vasca piscina dalla forma irregolare e il fondo color sabbia. Naturale e meditativa.
Come da tradizione isolana, l’albergo ha la sua Spa con un reparto Terme importante, un percorso umido di sauna e bagno turco, una piscina termale (35 gradi) al coperto e un menu trattamenti tra estetica e remise en forme messo a punto da Anastasia Civale, spa manager appassionata e di esperienza. Il Lissage è la nuova proposta di quest’anno: un prezioso rituale corpo, a base di olio e sale termale, da fare in coppia, in una ampia cabina per due. E poi impacchi, massaggi, maschere a base di oli essenziali, estratti vegetali e marini fatti in esclusiva per l’hotel.
Via Giunturco 19 – Ischia Tel. +39 081 99 15 22
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