Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Ottobre 2024

Giuseppe Spagnuolo non c’è più. L’ unico abitante “libero e abusivo” di Roscigno vecchia se ne è andato oggi all’età di 76 anni.
Per me era immortale, fuori dal tempo, come i personaggi delle fiabe. Ed era di una bellezza rara, sempre elegante, volto fiero, pipa in bocca, cravatta e panciotti colorati. Dall’età indefinita, cristallizzato nel suo paese fantasma. Una leggenda, un simbolo, una destinazione per tanti viaggiatori che fanno rotta sul Cilento interno.
L’ultima volta che l’ho visto è stato nel luglio del 2017. Inviata da DOVE con il fotografo Antonio Busiello, stavo esplorando in bici con la mia amica Micaela Pasca, la Via Silente che allora nasceva. Ci fermammo a Roscigno per una pausa, sotto i platani monumentali per trovare un po’ d’ombra in un pomeriggio torrido.

Giuseppe era lì, come sempre. Col suo soprabito, il cappello, la bella barba. Non c’era nessuno. Chiacchierammo a lungo, ci mostrò casa sua, una delle tante case sbilenche del borgo abbandonato: due stanze buie, stipate di roba. Ricordo il suo armadio, le pipe, le foto sgualcite dal tempo. E gli innumerevoli articoli di giornale di tutto il mondo che parlavano di lui e le cartoline che i turisti gli mandavano. Un personaggio di un fascino unico, di quelli con cui vorresti fermarti per ore a parlare.


Oggi Roscigno vecchia resta più sola e più vuota. Se ne va la sua memoria storica, la sua anima più vera. E chi ha avuto il privilegio di conoscere Giuseppe, da oggi si sentirà un po’ più solo. Io ne serbo un ricordo dolcissimo e una manciata di foto preziose che condivido volentieri.

Qui copio la parte del servizio di DOVE pubblicato nel settembre 2017, in cui scrivo di lui.

“Una tappa obbligata è Roscigno vecchia, il paese fantasma, dove tutto sembra fermo ai primi del Novecento, quando gli abitanti furono invitati dal Genio civile a lasciare le loro case per l’instabilità del terreno. La piazza con la grande fontana lavatoio, la chiesa madre, le abitazioni costruite in pietra legata con calce e sabbia, le stalle e le cantine raccontano la tipica architettura rurale di un’epoca lontana.
In questo contesto, che appare cristallizzato e irreale, si incontra Giuseppe Spagnuolo, unico abitante del posto. Siede solitario sotto il platano gigante o vicino al pozzo. Si definisce “abitante libero e abusivo, sindaco, dottore e custode” di Roscigno. Riceve i turisti, apre loro le porte della Pro loco, che accoglie un museo di civiltà contadina, racconta la sua storia e quella di questo paese, che è una poesia di archi, portali e pietre. Vive in due stanze di una casa sbilenca con le pareti annerite dal focolare, le travi consunte ma ancora robuste, dove ha raccolto foto, ritagli di giornale che parlano di lui, cimeli del secolo scorso, cartoline che gli arrivano da ogni parte del mondo, e poi cravatte e cappelli che indossa per accogliere i viaggiatori che passano di qui. Si mette in posa per una foto e avverte: «Non dimenticate di spedirmela» ”

L’articolo completo di DOVE è qui.