Ho aggiornato il contenuto della pagina il 20 Luglio 2023

La strada è un sentiero che si snoda nella roccia tufacea, tra cespugli di mirto e fichi d’india, 155 gradini che sembrano precipitare in mare. Uno, due, tre, quattro, cinque tornanti che si aprono su scorci mozzafiato: calanchi bianchi di pietra vulcanica, macchia mediterranea e insenature dall’acqua cristallina. Il Faro appare all’improvviso, con la sua torre bianca e la grande lanterna, tra le più antiche e potenti del Mediterraneo.

Mai nome fu più evocativo di questo: Punta Imperatore, il punto più occidentale dell’isola di Ischia, tra Forio e Sant’Angelo, 164 metri di altezza. Arrivarci al tramonto è pura magia. Il percorso è come una camera di decompressione, i rumori si allontanano, si cammina ascoltando solo il proprio respiro e quello del vento. Alla fine metti piede sul piazzale del Faro e pensi: questo è un posto per folli, per visionari ed innamorati.

Dal 1884, il Faro di Punta Imperatore fa il suo lavoro di sentinella e guida per i naviganti. I suoi fasci di luce arrivano a 22 miglia di distanza. Per anni è stato inaccessibile, abitato solo dal vento e dai gabbiani. Ora, dopo sette anni di burocrazia e un complesso restauro conservativo, apre in una nuova veste: di piccolo hotel e ristorante. Solo 4 stanze, una cucina e un bar sul tetto. Il progetto è della società tedesca Floatel GmbH che nel 2016 si è aggiudicata il bando del Demanio per la gestione per i prossimi 50 anni.

Le quattro camere sono al primo piano e portano i nomi dei venti: Scirocco, Grecale, Libeccio e Maestrale. Ho dormito nella Maestrale, la più bella, con due finestre ad angolo spalancate sul mare. La ristrutturazione ha preservato l’anima del luogo, i vecchi infissi e le porte, alcuni oggetti e veri e propri cimeli che oggi raccontano la storia di questo posto e della prima donna guardiana di faro, Lucia Capuano, in servizio dal 1937.

Al piano terra c’è un piccolo salone con camino, la cucina e due salette per il ristorante (appena una ventina di coperti). La scala che porta in cima è una chiocciola che si avvita per 45 gradini fino alla lanterna e al roof top dopo c’è il bancone bar e una manciata di tavolini per un aperitivo memorabile.

Dietro il brand Floatel ci sono i cinquantenni Tim Wittenbecher, ingegnere che da 17 anni va a caccia di fari da recuperare, e Marc Nagel, designer, che ha curato gli interni del progetto con un’eleganza minimale, mescolando pezzi vintage, colori naturali e una tecnologia sofisticata e ben celata (come la TV a scomparsa in una grande superficie a specchio).

Al Faro si viene accolti da un team giovane guidato dal direttore Fabio Mattera. Lo chef è Antonio Monti, ischitano di Forio, attento alle materie prime, al patrimonio di biodiversità dell’isola. Nei suoi piatti tanto vegetale, mare e terra. Cucina contemporanea e creativa. Il ristorante si chiama Lucì, in ricordo della farista Lucia Capuano, è aperto – come anche il bar – alla clientela esterna (percorso degustazione di 9 portate, 120 euro). Si cena nelle due sale interne (circa 20 coperti) o all’esterno, nel piazzale dove c’è la vecchia lanterna di emergenza (circa 40 coperti). Il maitre Antonio e il barman Vincenzo fanno il resto con garbo e competenza.

La sera al Faro è magia. Cala la notte, la lanterna si accende. Si sta sotto una coperta di stelle. Solo il silenzio, la voce del mare e del vento. Un posto per innamorati, sognatori e inguaribili romantici.

Info

Il Faro è stato aperto l’8 luglio. Le camere hanno un costo che va dai 300 ai 700 euro, in base alla stagione. L’indirizzo è via Costa 135: una stradina stretta e tortuosa ma carrozzabile, per arrivarci chiamate il Taxi di Regina (che qui è nata e cresciuta ed ha il veicolo giusto) che vi porta fino all’imbocco del sentiero (tel. 328 7551359) . Da qui si procede solo a piedi. C’è una teleferica per il trasporto bagagli (ma serve poco per stare qui).

Il progetto della parte esterna non è finito del tutto.

Info: www.faroimperatore.de

Floatel gestisce altri fari in Europa: ad Amburgo e alle Canarie, sull’isola di Las Palmas. In divenire sono i progetti del Faro nella laguna di Venezia (Faro Spignon) e i fari di Cudillero e Ribadesellas nelle Asturie.