Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Ottobre 2024

Questa non è una guida su Palermo, ma una semplice raccolta di spunti e suggestioni sulla mia esperienza palermitana. Ci sono stata a fine settembre, tre giorni intensi. Ho vagato per ore, camminato per chilometri, mi sono fermata, ho incontrato storie e persone. Ho annusato, mangiato, fotografato e mangiato ancora. Palermo è così, un po’ anarchica come Napoli. Bisogna perdersi e ritrovarsi, respirarne gli umori. E non avere fretta.

Vagare

A piedi, partendo dalla piazza dei Quattro Canti: da una parte si va verso i vicoli della Vucciria, dall’altra verso la Cattedrale e il Palazzo Normanno dove la Cappella palatina è un capolavoro assoluto. A me è piaciuto però perdermi tra le strade sgarrupate della Vucciria a fotografare graffiti e murales, vagare tra le strade e le meraviglie della Kalsa, l’antico quartiere arabo. Percorrete via Alloro e, per l’aperitivo, fermatevi alla Farmacia Alcolica (civico 133), una distilleria letteraria dall’anima vintage. Palermo come Napoli ha la capacità di sorprendere ad ogni svolta. Bisogna camminare con occhi attenti e curiosi, infilarsi nei portoni socchiusi, alzare lo sguardo per non perdersi le cupole, le facciate barocche di palazzi e chiese.

 Annusare

Il Mercato del Capo, “U Capu”, a pochi minuti a piedi dal Teatro Massimo. Si varca la trecentesca porta Carini e si entra in un vivace melting pot di voci, colori, facce, chiese barocche, banchi carichi di spezie, pesce fresco, frutta e ortaggi, pomodori secchi, sarde sotto sale, capperi e lupini, trecce di aglio, arance. Si fa la spesa e si mangia per strada: coppo di pesce fritto, panelle, arancine.

Fermarsi

Al Monastero di Santa Caterina con il suo chiostro silenzioso, le maioliche consunte e “I segreti del chiostro”, l’antica dolceria delle monache. Un bel progetto di recupero delle antiche ricette della pasticceria della tradizione conventuale siciliana: si comprano cannoli composti al momento, pasticciotti, torte di ricotta, frittelle, biscotti alle mandorle. Sedetevi nel chiostro e assaporateli con lentezza. www.isegretidelchiostro.com

Fermatevi anche all’Antica Focacceria San Francesco, il locale storico merita una sbirciatina. Ed è molto bella anche la minuscola piazza su cui si affaccia, un piccolo gioiello, con la facciata medievale della chiesa di San Francesco d’Assisi.

Comprare

Le creazioni uniche di due indirizzi speciali in via Alessandro Paternostro.  Al civico 85, La Rotellina è l’atelier di Rosa Lombardo, architetto e illustratrice. La trovate seduta a dipingere con pennelli e acquarelli figure curiose e paesaggi onirici. Il blu è il suo colore: dipinge pesci, mare, balene, cieli. “Nel blu lascia cadere ogni superfluo ormeggio”. Sul tavolo una serie di libri illustrati (bellissimo quello di Botanica) per adulti e bambini e poi cartoline, taccuini e acquerelli. www.larotellina.com

Al civico 75 le Edizioni Precarie sono uno spazio creativo dove le vecchie carte alimentari da imballaggio dei mercati di Palermo diventano taccuini, carte e buste da lettera, quaderni, piccole edizioni in serie limitata e altri esperimenti di arte, grafica e design. È un avamposto di bellezza. Un luogo per sognatori, fucina e imballaggio di idee insolite e geniali. www.edizioniprecarie.it

Mordere

L’arancina. Che a Palermo è femmina, mi raccomando, ed è una religione. Si morde per strada, in piedi: Ke Palle la propone classica e in infinite varianti di gusto. E poi cannoli, frutta martorana, pasta di mandorle, panelle…Ovunque si mangia.

Cenare

Alla Corona Trattoria in via Guglielmo Marconi 9 per mangiare piatti di mare e pesce fresco. È la trattoria di Gianni Corona che ti racconta la cucina siciliana e che i cannoli, quelli veri, sono solo quelli della Piana degli Albanesi. Gamberi crudi, Busiata con uova di pesce, involtini di Spatola giusto per citare qualche piatto. Bello il locale, di una eleganza contemporanea semplice e colta. www.coronatrattoria.it 

Bere

Alla Taverna Azzurra nel cuore della Vucciria. Locale storico, iconico e pop. Dal 1896. A gestirla sono Pietro e Michele Sutera, figli di Totò che più di quarant’anni rilevò l’attività. Al lungo bancone di acciaio si ritrovano gli anziani del posto, turisti curiosi, universitari e studenti, artisti e ragazzi. Tutti per un bicchiere di vino. Zibibbo, Marsala e Sangue alla spina: 1 euro a bicchiere. È il rito dell’aperitivo alla Vucciria. Semplice e low cost. Bello il locale con le vecchie botti a vista, le scaffalature di legno con liquori e bottiglie di ogni sorta.

Perdersi

Nell’Orto Botanico, tra serre, viali, fontane e alberi monumentali. Silenzio e fascino decadente. Duecento anni di storia, 10 ettari, 12mila specie vegetali tra cui il primo nespolo del Giappone. Fermatevi alla caffetteria Talea nata nell’ex serra delle felci: tavolini e divani sono sistemati all’aperto, tra gli alberi secolari. Il menu è bio tra tapas e drink green che pescano tra le piante aromatiche dell’Orto.

Dormire 

A Palazzo Sovrana che non è un albergo e neanche un b&b, ma un nuovo progetto di accoglienza. Centralissimo, perfetto per muoversi a piedi. Oltre il bel portone di legno si aprono suite e mini appartamenti (12 in tutto), tutti diversi, tutti arredati con grande gusto e attenzione ai dettagli. E con amenities da 5 stelle. Design di firma, opere d’arte e foto d’autore alle pareti. Io ho dormito nel Savoia Loft al terzo piano con letto a baldacchino, colori morbidi e una spettacolare finestra sul Teatro Massimo, che di sera è un incanto. Paola Schillaci è la giovane padrona di casa che insieme al fratello Filippo accoglie gli ospiti. Vi racconterà la storia del Palazzo che risale alla metà dell’Ottocento e che per anni fu sede del celebre Calzaturificio Di Varese. Le Foto d’epoca, le locandine e i cimeli del calzaturificio sono esposti nei corridoi del palazzo. www.palazzosovrana.it