Ho aggiornato il contenuto della pagina il 16 Ottobre 2020
Questa volta, sono salita in cima al monte Taburno (1394 mt), partendo dalla Foresta reale.
Da Montesarchio (vale la pena una sosta per vedere il castello e la torre in cima al paese) si imbocca la strada provinciale 93 e quindi la SP 117 che in una manciata di chilometri conduce all’inizio della “Foresta reale” del Taburno (qui l’itinerario)
Siamo a circa quota 1000, si lascia l’auto e si prosegue a piedi nel folto di questo bosco immenso voluto dai Borbone.
La Real Riserva del Taburno fu istituita nel 1786 per tutelare le sorgenti del Fizzo che alimentavano le cascate del Parco Reale della Reggia di Caserta. Di fatto i Borbone vietarono il taglio degli alberi e il pascolo su una grande estensione del Taburno, generando non poco malcontento nelle popolazioni locali; fecero quindi impiantare alberi di abete bianco, a migliaia, che oggi costituiscono quella che è definita l’Abetina del Taburno.
Ma sono i faggi, con esemplari alti anche 70 metri, tronchi impettiti e magnifici, a costituire gran parte della Foresta demaniale.
La passeggiata è piacevole, si cammina in questa immensa cattedrale naturale. Solo silenzio e le voci degli uccelli.
Il sentiero per la vetta si imbocca poco prima di Piano Melaino (circa cento metri prima, sulla sinistra): il tracciato si arrampica nel bosco e non presenta particolari difficoltà. In un’ora si raggiunge la cima. Il dislivello non supera i 300 metri.
Il Piano Melaino, merita una sosta al ritorno: è una depressione carsica che si presenta come un grande pianoro erboso dove si possono incontrare al pascolo mandrie di mucche e cavalli. Già al tempo di Carlo III di Borbone era stazionamento degli stalloni da riproduzione dell’esercito Borbonico.
La strada verso la vetta mostra la natura calcarea del massiccio e anche la presenza di Dolomie. In cima c’è una croce di ferro e il libro della vetta ben custodito, non dimenticate di firmarlo.
In primavera la fioritura colora i sentieri assolati di mammole, ginestre, rosa canina, euforbia e cardo. In autunno lo scenario cambia, i faggi regalano lo spettacolo del foliage: il bosco diventa una tavolozza di infinite sfumature di rossi, giallo e arancione.
Escursione fatta il 13 giugno 2020 con Nina.
Guida: Roberto Iovinelli
Ps
Al ritorno, in auto, vale la pena proseguire lungo la SP 117 che attraversa la foresta demaniale e discende la montagna sino Frasso Telesino (deliziosa la piazza nel centro del paese, con bar e un’ottima macelleria). Lungo la strada si possono incontrare mandrie di mucche e cavalli.
Il Taburno con il Camposauro costituisce un unico massiccio che è Parco Naturale Regionale. Clicca QUI per leggere l’escursione sul Monte Camposauro.
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